TROVARE LA GIUSTA DIREZIONE
Avvertiamo sempre più il bisogno di uscire dagli schemi, cercando una vetrina visibile e riconoscibile al di fuori di un sistema che ormai non funziona più. Siamo alla ricerca di una nuova formula per comunicare la nostra identità, per distinguerci dagli altri.
Ma come? Come è possibile farsi notare se le nostre risorse sono limitate e in ogni mercato esiste la saturazione del tutto?
Trovando una nuova modalità, più efficace: parlare diversamente, attraverso strumenti chiari e alla portata di tutti.
Il mondo digitale infatti ha scardinato tutte le strutture precedenti, dando vita ad una nuova epoca, che molti definiscono “deserto digitale”.
Correre dietro ad un like che vale solo per quell’istante e poi viene completamente dimenticato, cadendo in un vuoto che ha necessità di essere subito riempito, da un altro fugace e finto momento di “vita” virtuale.
Tutto viene banalizzato e copiato e così il mondo della comunicazione si sta impoverendo.
Stiamo correndo verso l’imbarbarimento culturale, l’appiattimento linguistico, la clonazione seriale delle identità, l’omologazione del tutto.
Credo sia arrivato il momento di fermarsi e ragionare un attimo!
Per sopravvivere bisogna uscire dagli schemi, uscire dal coro.
Ecco perché lasciare una traccia diventa indispensabile; per scendere a fondo, scavare nella curiosità e soprattutto nelle coscienze.
Dobbiamo ricominciare a raccontarci, per trovare coloro che la pensano come noi, che possono sposare una causa, un modo di pensare, fosse anche per condividere un singolo pensiero.
Credo fermamente nella necessità di ritrovare la propria identità attraverso una “nuova” forma di comunicazione: il libro.
Per questo mi faccio cantastorie di vita e di progetti; perché ogni singola vita è una storia che merita di essere raccontata, e condivisa, per ispirare, per permettere di conoscere e trasmettere un’esperienza. Per lasciare una traccia profonda, un segno preciso e nitido, che rimanga.
Non ha importanza che lo conosca il mondo, ma certamente coloro che ci amano o che magari ci odiano.
La storia insegna che bastano poche generazioni per cancellare un ricordo e io non voglio che questo succeda più.
Desidero che i figli possano ricordare chi li ha preceduti, senza inventare o ipotizzare, ma semplicemente basandosi su ciò che gli è stato correttamente trasferito, attraverso le parole dei diretti interessati, magari con semplicità e passione.
Ecco perché mi presento: per diventare il cantore delle vostre storie e celebrarle attraverso quello che so fare meglio: scrivere!
www.carlobrusadin.it