Riflessioni di un padre
Oggi è un giorno che ogni italiano dovrebbe scolpire nella memoria per sempre. Oggi è un giorno che ogni padre dovrebbe scolpire nel proprio cuore, per imparare, per riflettere e forse, in alcuni casi o molti casi, rivedere i propri atteggiamenti verso i figli e la famiglia. Oggi è un giorno che dovrebbe trovare un posto d’onore nella cartella: Eventi drammatici da non dimenticare, per imparare e migliorare.
Ieri sera infatti ho guardato, per l’ennesima volta, un piccolo capolavoro del cinema italiano, dedicato alla memoria dei due protagonisti nella foto. Non entro nel merito della tragica vicenda, che appartiene alla storia della nazione, ma voglio avvicinarmi all’aspetto umano di un padre, Borsellino, nei confronti dei tre figli. Un padre che svolse con rigore e amore la propria professione, cercando di non trascurare mai la famiglia, che per lui era comunque cardine e riferimento. Dopo la strage di Capaci, si rese conto di essere “un morto che cammina” e proprio quel pensiero lo portò a riflessioni profonde e disperate nei confronti dei figli. Quei figli che provò addirittura a allontanare, con atteggiamenti duri e parole secche, perché si disinnamorassero di lui. Una decisione forte, disperata, figlia di un amore pieno e vero, che voleva proteggere l’aspetto emotivo e emozionale di tre giovani adolescenti, sentendo la fine ormai prossima, in tutta la sua tragicità.
Così quel padre dimostrò ancora una volta, di quanto amore può essere capace un essere umano; di quanto un padre, degno di tale appellativo, sia disposto a sopportare, pur di non far soffrire coloro che ama e che lo circondano, coloro di cui si sentirà, sempre e comunque, responsabile…
Beh… ho pianto! Per l’ennesima volta, riportando quell’esperienza alla mia vita. All’amore che provo per le mie figlie, che crescono, ogni giorno di più. Giovani ragazze, che diventano donne e rivolgono lo sguardo al mondo esterno. Le osservo e mi rendo conto di quanto sono fiero, ma comincio anche a capire che loro crescono e io… invecchio! Certo, le statistiche dimostrano che l’aspettativa di vita è ancora lunga, ma la storia insegna, che può accadere di tutto, ogni giorno, ogni minuto e ogni istante.
Forse dovrei cominciare a amarle meno? Forse dovrei cominciare a allontanarle? Forse dovrei diventare più freddo? Boh! non credo di avere la risposta, soprattutto non credo di esserne capace. Ergo… mi affido alle statistiche, voglio fidarmi dei numeri… e intanto continuo a amarle come ho sempre fatto, con tutto me stesso e prima di tutto. Oggi è così, poi si vedrà…
Ai due eroi della foto rivolgo un pensiero, a Paolo Borsellino, come padre, riservo un grazie, di cuore.